L’inquinamento marino è un problema che desta crescente preoccupazione a livello mondiale: ogni anno finiscono negli oceani circa 8 milioni di tonnellate di rifiuti plastici provenienti, attraverso fiumi e corsi d’acqua, dalla terraferma oltre che da navi e piattaforme petrolifere.
I rifiuti più comuni che si trovano nei mari sono plastiche di varie dimensioni (microplastiche, reti e contenitori) ma anche carte, metalli e vetro che distruggono gli ecosistemi marini oppure intrappolano, soffocano o avvelenano la fauna che vi vive.
Fra gli impatti negativi si annovera anche l’aumento – pari a circa 1 grado Celsius dal 1880 – della temperatura media della superficie degli oceani che comporta la morte di organismi vegetali in grado di fornire cibo e ossigeno, le migrazioni di alcune specie marine verso acque più fredde e l’estinzione di altre, la comparsa e l’espansione di specie invasive – i cui tassi di maturazione e riproduzione sono facilitati da temperature elevate – che distruggono o competono con le native.
MUSAI contribuirà alla salvaguardia degli ecosistemi marini grazie allo sviluppo di una tecnologia in grado di riconoscere autonomamente i rifiuti che si trovano sotto il livello del mare.
Grazie ad algoritmi di intelligenza artificiale, computer vision e sensor fusion i dati raccolti da una telecamera subacquea saranno analizzati dal sistema e trasmessi in tempo reale ad un mezzo di supporto (ad esempio una barca di appoggio o un ROV) permettendo un intervento di bonifica mirato sull’area: infatti l’analisi ottimizzata dei dati senza l’ausilio di personale specializzato consentirà una più efficace ricerca dei rifiuti a livello di tempo, risorse e costi.
Obiettivo del progetto è lo sviluppo di un prototipo ad elevate prestazioni e testato in ambiente operativo entro aprile 2025.
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